Conosco B. da molti anni: eravamo vicini di casa da bambini nel periodo delle scuole elementari e medie, più o meno. Un successivo trasferimento di alloggio della mia famiglia ci hafatti perdere di vista, fino a quando ci é capitato di rivederci con i reciproci figli già cresciuti. Persona forte e diretta, ma anche generosa ed affettuosa. Vive una vita fatta di figli impegnativi e genitori molto avanti con l’età e che necessitano di attenzioni. E’ molto responsabile e sente sulle proprie spalle il dovere di sostenere il funzionamento di tutte queste vite che sembrano annodarsi alla sua. E’ la sua famiglia, lo fa con gioia, ma è pur sempre un carico importante da sostenere.

Mi capita di sentirla raccontare che la schiena le duole da molto tempo, quindi mi faccio avanti e, scoprendo che non avesse mai provato un trattamento Shiatsu, le propongo di venirmi a trovare in studio, nella speranza di riuscire a darle un po’ di sollievo.

E’ un po’ titubante: è avvezza a frequentare studi medici e le discipline bionaturali le sono distanti e le suonano un po’ poco affidabili e dai risultati incerti. Non è la prima persona che mi capita con questa idea, la mia risposta è sempre la stessa: “Hai mai provato? Perché solo così puoi essere certa se con te funzionino oppure no…” Appare convinta ed organizziamo un incontro presso il nostro centro NossoLar.

Arriva il giorno stabilito. Amo accogliere le persone con un sorriso e qualche parola che vada un po’ oltre le mere istruzioni logistiche. Indico quindi la direzione della stanza dei trattamenti e consiglio di accomodarsi sul futon, anche solo seduti, in modo da poter scambiare due parole.

Ho incontrato persone molto restìe a farsi sfiorare, figuriamoci sostenere le pressioni di un trattamento. Cerco sempre di spendere due parole introduttive in più, al primo incontro, con l’intento dichiarato di fugare ogni dubbio e cercare di arriv

are a mettere il ricevente a proprio agio. Le mappe dei meridiani alle pareti incutono sempre una certa curiosità, compensata però dal numero di diplomi affissi accanto: ritengo importante che da un lato ci si renda conto che non ci si trova nello studio di un medico, ma di un professionista comunque formato e in aggiornamento continuo che opera ad un livello certificato. 

Chi riceve un trattamento Shiatsu necessita di rilassarsi e fidarsi al fine di ricevere i migliori benefici, ecco perché amo aggiungere anche qualche piccolo esempio di come saranno le pressioni durante il trattamento, rassicurando che non faranno alcun male, che alcune potranno dare sensazioni un po’ strane, alcune potrebbero sembrare leggermente fastidiose, ma si evolveranno in fretta in sollievo.

Il passo successivo è sempre un invito alla respirazione: ho visto troppa gente respirare molto poco, con movimenti veloci e superficiali, ed essere testimone dell’efficacia di una respirazione profonda nel cambiare in modo evidente lo stato della per

sona, con non poco stupore. La respirazione adeguata porta anche ad un notevole rilassamento della muscolatura, quindi alla disponibilità a ricevere il trattamento.

Sembra che mi sia dilungato molto nel descrivere questa fase, ma per il caso di B. è stato l’oggetto di quasi tutto l’intero primo incontro. Lo Shiatsu vero e proprio “da manuale” è iniziato con il secondo, ma non gliel’ho detto. 😉

B. mi segnala di avere un paio di protrusioni alla zona lombare e

mi mostra anche il referto di una RM. E’ fondamentale saper con esattezza se ci sono situazioni di questo tipo, per poter adeguare la pressione nelle zone adiacenti, ma anche farsi un’idea di come si sarà adattata la muscolatura per compensare quella situazione.

Alla fine del trattamento, saluto concordando di sentirci il giorno successivo

. Un certo stupore è evidente nel suo sguardo, e mi dice: “cosa hai trovato?” al che rispondo “tu come stai?”. “La schiena è molto più leggera e mi viene voglia di muovermi, di ruotare il busto, ma ho paura mi farà male.” , “prova lentamente, se ti da fastidio ti fermi.”. E cosi lentamente prova a ruotare il busto ed inizia a sorridere incredula. Glielo faccio notare e la congedo semplicemente con un “dormici su, lascia che la notte faccia il suo lavoro, Domani mi racconti come stai”.

L’indomani ricevo la chiamata con cui conferma di voler iniziare il percorso di trattamenti che le avevo proposto, si é svegliata con una schiena “nuova” e vuole assolutamente continuare. 

Quanto raccontato fino a qui è solo l’inizio di un percorso che è stato intenso per i primi trattamenti, un po’ più diluito per i restanti, per arrivare ad incontro di mantenimento periodico che continua tutt’ora, con buoni risultati. 

No, non è lo Shiatsu a fare miracoli, è la voglia di mettersi in gioco e di provare a vedere la propria condizione da un punto di vista nuovo, o almeno che ancora non si era considerato.

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